Diventa reato chi mette sul profilo Facebook la toto di un'altra persona. Non importa la motivazione per cui si sceglie di compiere questo atto, oramai ha conseguenze penali.

Ora lo la sa una trentenne che per aver usato l’immagine altrui è stata condannata a pagare 3.750 euro di multa al posto della pena concordata di 15 giorni di reclusione, per il reato previsto dall’articolo 494 del Codice penale. Inutilmente l’imputata aveva fatto ricorso contestando la nullità dell’accordo fatto tra Pm e imputata, che il giudice non aveva consentito di revocare a seguito della possibilità , sopravvenuta, grazie alla Sentenza della Consulta 201/2016, di richiedere con l’atto di opposizione a decreto penale, la sospensione del procedimento, per la messa alla prova.

Per la Cassazione però, il decreto non era nullo perché emesso prima della sentenza con la quale la Corte costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità della norma (articolo 460 comma 1) lettera e) del codice di rito penale, per la parte in cui non prevede che il decreto penale di condanna contenga l’avviso della facoltà per l’imputato di chiedere la sospensione per messa alla prova. Un’opportunità che - chiarisce la Cassazione - la ricorrente avrebbe comunque avuto, Consulta a parte, visto che l’istituto della messa alla prova è stato introdotto con una legge del 2014 (n.67) e dunque da tempo già in vigore. Alla ricorrente non resta che pagare la somma stabilita, nella 30 “comode” rate accordate dal Pm al poste delle 18 originarie. Una cifra a cui si aggiungono le spese del processo, per un’identità alternativa pagata a caro prezzo.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2018-01-30/sostituzione-persona-foto-un-altro-profilo-facebook-174057.shtml?uuid=AEZ5sbrD

 

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